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Iraq: la Cooperazione italiana per la salvaguardia e la valorizzazione della cittadella di Erbil

Con una serie di conferenze presso la Cittadella di Erbil e i musei di Erbil, Sulaimaniyah e Duhok termineranno le attività del progetto di Cooperazione MAECI-Sapienza “Safeguard and Enhancement of the Cultural Heritage of the Region of Kurdistan in Iraq – Salvaguardia e Valorizzazione dei Beni Culturali nel Kurdistan Iracheno”.

Questo progetto, realizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza, Università di Roma, su incarico della Direzione Genereale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è nato nel 2012 al fine di aiutare le autorità curde nella formazione di archeologi, conservatori e funzionari addetti alla tutela e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio storico archeologico che caratterizza questa regione.

Nel corso del progetto, il gruppo di esperti della Sapienza, guidato dal professor Carlo G. Cereti, ha operato al fianco del Direttorato Generale delle Antichità del Kurdistan Iracheno, dei Direttorati delle Antichità e dei musei di Erbil, Sulaimaniyah e Duhok e dell’Alta Commissione per la Rivitalizzazione della Cittadella di Erbil (HCECR) organizzando corsi di formazione e aggiornamento metodologico per i funzionari curdi e supportando, con attività congiunte di documentazione, salvaguardia e studio, l’azione dei partner locali.

Sono stati organizzati nove corsi di formazione, sia in Italia che nel Kurdistan Iracheno, a cui sono state affiancate mostre, pubblicazioni, prospezioni geofisiche e campagne di documentazione del patrimonio archeologico .
La crisi esplosa nel giugno 2014, pur causando notevoli ritardi e difficoltà, non ha portato alla chiusura delle attività, che giungono in questi giorni alla loro naturale conclusione, ma ha rafforzato il desiderio e l’impegno a supportare tutte le istituzioni locali che si battono per proteggere un patrimonio culturale che appartiene a tutta l’umanità.

Gli incontri conclusivi di questo progetto, lungi dal segnare la fine dell’impegno Italiano nella regione, l’Italia infatti è attiva nell’area attraverso tre missioni archeologiche e numerosi progetti di cooperazione, sono un’importante occasione per rafforzare i legami esistenti e per presentare insieme alle istituzioni locali i risultati fin qui raggiunti.