Alta l’attenzione delle Autorita’ locali sul settore Oil&Gas, fonte della quasi totalita’ delle entrate del bilancio iracheno.
Oltre ai contatti con Rosneft, ExxonMobil e PetroChina – e all’accordo con British Petroleum, volto a creare le condizioni per uno sfruttamento uniforme dei campi petroliferi della zona di Kirkuk e al raggiungimento di una produzione pari a 1 milione di bpd nell’area – di recente si e’ aggiunta un’intesa di massima con Chevron. La firma di una “lettera di cooperazione” non vincolante, relativa a future attivita’ dell’impresa americana sia a Bassora che a Nassiriya, segna il ritorno dell’oil major in Iraq, dopo una serie di problematiche legate agli accordi portati avanti da Chevron in Kurdistan nel 2012.
La scelta delle aree geografiche non sembra casuale: nella zona di Bassora e’ situato il megafield di Majnoon, lasciato da Shell e Petronas, mentre la Provincia di Nassiriya e’ al momento una delle principali aree di sviluppo, con la neonata Dhi Qar Oil Company a gestire i contratti. Proprio sugli investimenti in quell’area arrivano buone notizie anche per le imprese italiane: lo scorso martedi’ il Consiglio dei Ministri ha approvato la decisione relativa al contratto sul flare gas a Nassiriya e Gharraf in favore di BHGE-Nuovo Pignone, che consentira’ di produrre elettricita’ dallo sfruttamento del gas che andrebbe altrimenti disperso. Proseguono poi i buoni rapporti della PEG, societa’ italiana di EPC nel settore Oil&Gas, consorziata con la cinese CPECC per progetti sempre in quella Provincia. In generale, dunque, la prosecuzione dell’attivita’ di Presidenza del Consiglio e Ministro del Petrolio per la conclusione dei contratti sembra segnalare una certa stabilita’ delle politiche del settore Oil&Gas, foriera di positivi sviluppi sia per le imprese straniere, in termini di consolidamento nel mercato locale, che per le Autorita’ irachene, che potranno contare su un aumento dei ricavi petroliferi.
Produzione petrolifera e outlook.
I recenti segnali sulla produzione petrolifera sono indice di un concreto attivismo da parte delle Autorita’ locali: nel mese di maggio, la produzione di greggio e’ salita a 4,59 milioni di barili di petrolio al giorno (stime che includono la Regione Autonoma del Kurdistan), sebbene ufficialmente all’OPEC venga comunicato un ammontare lievemente inferiore (4,36 milioni bpd), giocando sull’effettiva produzione nella Regione Autonoma (sottostimata a circa 150mila bpd). Nel computo totale, e’ da notare un aumento della produzione sia nel Sud del Paese (500mila bpd nel solo campo di West Qurna 1, su cui opera ExxonMobil, in aumento di 40 mila bpd rispetto ad aprile) che nel Nord (nella Provincia di Kirkuk).