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Missione dell’Ambasciatore Maurizio Greganti nel Kurdistan iracheno

E’ stata la regione del Kurdistan iracheno, nel Nord dell’Iraq, a ospitare la prima missione dell’Ambasciatore Maurizio Greganti al di fuori della capitale Baghdad. Durante i cinque giorni della sua permanenza, accompagnato dal Console a Erbil Michele Camerota e dall’Addetto militare dell’Ambasciata, Col. Luigi Sambin, l’Ambasciatore ha avuto incontri con le principali Autorità della Regione Autonoma, come il Presidente del Kurdistan Nechirvan Barzani, il Vice Presidente Sheikh Jaafar, il Ministro dell’Interno Rebar Ahmed, il Ministro per i Peshmerga Shoresh Ismail, il Presidente del Partito Democratico del Kurdistan (DPK) Massoud Barzani e il leader dell’Unione Patriottica del Kurdistan (PUK) Bafel Talabani, il Governatore della Provincia di Suleimaniya, Haval Abubaker, oltre che a numerosi esponenti della società civile locale – quale l’Arcivescovo caldeo-cattolico, Bashar Warda – e i funzionari italiani che lavorano nelle agenzie Onu nella Regione.

A margine della missione, l’Ambasciatore ha visitato il contingente italiano a Camp Singara, accolto dal Comandante del Contingente, Col. Domenico Di Biase, e ha partecipato alla cerimonia per il passaggio di consegne al subentrante Comandante, Col. Miglio.

L’Ambasciatore ha poi partecipato in qualità di ospite d’onore alle tavola rotonda organizzata dal Middle East Research Institute di Erbil.

L’Ambasciatore Greganti ha potuto verificare in prima persona l’impatto della collaborazione tra Italia e Kurdistan, a partire dagli sforzi italiani per la stabilizzazione della Regione e dell’intero Iraq. Dai suoi colloqui è emerso il grande apprezzamento e la riconoscenza delle Autorità locali per l’impegno italiano nella lotta al Daesh nell’ambito della Coalizione Globale, di cui l’Italia ha ospitato nel giugno scorso l’ultima edizione della Ministeriale – oltre ad esserne uno dei maggiori contributori in termini di truppe sul terreno e ad aver contribuito alla formazione e addestramento di oltre 130.000 unità tra Peshmerga e soldati iracheni.

Nei suoi colloqui, l’Ambasciatore ha potuto confermare l’importanza della relazione italo-irachena testimoniata dalla visita del Ministro Luigi Di Maio dello scorso dicembre e riaffermare il pieno sostegno italiano per la sconfitta di Daesh anche nell’ambito della Missione NATO in Iraq, di cui l’Italia assumerà la guida a partire dal maggio 2022. Anche sul piano del processo politico l’Italia non mancherà di continuare a sostenere gli sforzi iracheni, come accaduto in occasione del processo elettorale con la partecipazione italiana alla missione di Osservazione Elettorale UE.

L’Ambasciatore ha quindi sottolineato l’importanza strategica dell’Iraq anche sotto il profilo economico-commerciale, essendo il terzo fornitore di energia per l’Italia e ospitando un certo numero di imprese italiane sul proprio territorio. L’Iraq – ha aggiunto poi l’Ambasciatore – ha sempre potuto contare sulle competenze e sulla disponibilità dell’Italia e delle sue aziende anche nei periodi più critici della sua storia, come hanno dimostrato i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza della diga di Mosul svoltisi sotto la minaccia di Daesh. Per il futuro, le imprese italiane guardano con fiducia alle possibilità offerte dalla ricostruzione del Paese e dal grandissimo potenziale della cooperazione in Kurdistan nei campi delle costruzioni, agrobusiness, infrastrutture, architettura e turismo.

Proprio il turismo, e il turismo culturale in particolare, è uno dei settori maggiormente promettenti in Iraq, Paese cardine per lo sviluppo delle più antiche civiltà dell’area euro-asiatica. Per riportarne alla luce l’immenso patrimonio artistico e archeologico, l’Italia ha all’attivo più di dieci missioni archeologiche finanziate dalla Farnesina, con il coinvolgimento di diverse università italiane e dell’Unità Speciale dei Carabinieri per la Protezione del Patrimonio Culturale. Tra queste, l’Ambasciatore ha potuto ammirare personalmente i ritrovamenti della missione dell’Università di Roma “La Sapienza”, attualmente conservati al Museo Nazionale di Suleimaniya.

Anche per la cooperazione allo sviluppo italiana l’Iraq è un Paese prioritario, in cui sono stati investiti quasi 300 milioni di euro in oltre quindici anni. I progetti principali riguardano il ritorno degli sfollati alle proprie case nelle aree maggiormente colpite da Daesh, nonché la riabilitazione dei servizi essenziali, delle infrastrutture di base, dei servizi di supporto all’economia, all’istruzione e al sistema sanitario. Tra questi programmi spiccano lo sviluppo di servizi a supporto di donne vittime di violenza di genere in Kurdistan insieme a UN Women e la ricostruzione della biblioteca universitaria di Mosul nell’ambito del progetto UNESCO “Revive the Spirit of Mosul”.