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Seleucia al Tigri: visita dell’Ambasciatore Greganti al sito archeologico del CRAST di Torino

E’ stato grande l’entusiasmo che ha accolto l’Ambasciatore Maurizio Greganti, primo Ambasciatore d’Italia negli ultimi venti anni a recarsi presso lo scavo archeologico di Seleucia al Tigri, gestito dal Prof. Carlo Lippolis e dal Prof. Vito Messina del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi dell’Università di Torino.

L’Ambasciatore è stato così condotto alla scoperta di una delle più antiche missioni archeologiche italiane in Iraq, i cui lavori – iniziati nel 1963 – sono da poco ripresi grazie alla messa in sicurezza del territorio dopo la minaccia di Daesh. Il Prof. Lippolis e il Prof. Messina hanno mostrato all’Ambasciatore la piana di oltre 700 ettari su cui sorgeva Seleucia, capitale dell’impero omonimo fondata nel IV secolo a.C dal capostipite Seleuco I Nikator, successore di Alessandro.

Situata a circa 30 km a Sud di Baghdad, la città era collocata strategicamente nel punto di minor distanza tra il Tigri e l’Eufrate divenendo così un un crocevia di commerci e tradizioni dove le commistioni tra la cultura greca Seleucide e gli usi mesopotamici hanno dato risultati unici nel loro genere: particolarmente affascinanti sono i resti del teatro della città, a pianta greca ma interamente costruito secondo la tecnica locale con mattoni a crudo.

Altrettanto suggestiva la vastissima area degli archivi cittadini, una struttura di oltre 2600 m2 che ha restituito un tesoro di più di 25.000 sigilli ufficiali e ulteriori ritrovamenti distribuiti su un arco cronologico di quasi cinque secoli, rinvenuti durante i primi anni della campagna di scavo torinese (1967-1972). La città, all’epoca del suo massimo splendore, rivaleggiava per importanza e bellezza con Roma e Alessandria.

Le attività del CRAST di Torino, centro di punta dell’archeologia italiana ed eccellenza a livello mondiale, sono testimonianza emblematica dell’amicizia storica tra Italia e Iraq. Il CRAST è attivo in Iraq dal 1963 e collabora da sempre con la Farnesina, insieme a cui cura ricerche sul campo, tutela e valorizzazione del patrimonio all’estero e percorsi formativi per personale specializzato nella gestione dei beni culturali. L’Iraq è il cuore delle attività del CRAST, dove si è occupato – oltre che del sito di Seleucia – di Choche-Veh Ardashir, Babilonia, Hatra, Tulul al-Baqarat. Per la sua opera nel Paese dei due fiumi, dove il Centro ha curato svariate attività per la salvaguardia del patrimonio storico-archeologico anche in situazione di conflitto e ha contribuito sostanzialmente alla ristrutturazione, al riallestimento e alla riapertura del Museo Nazionale di Baghdad, è stato insignito del Premio Rotondi ai salvatori dell’arte nel 2009.